Gli anni della maturità segnano un punto di svolta nelle strategie visuali e comunicative di Ulisse Aldrovandi (1522-1605), sempre molto attento alla gestione della propria immagine. È però a partire dalla metà degli anni ’80 del ‘500 che il ritratto, fino ad allora relegato alla sfera affettiva e domestica, inizia ad assumere un ruolo sempre più significativo nel programma culturale aldrovandiano, parallelamente ad altre forme di autorappresentazione come l’autobiografia, stesa giusto nel 1586 e che di quel programma rappresenta in qualche modo la premessa storica e metodologica. La mostra documenta le principali varianti iconografiche che caratterizzano la ritrattistica aldrovandiana, partendo dall’opera del pittore fiorentino Lorenzo Benini, il cui ritratto sarà poi accompagnato dal distico di Giovanni Cornelio Uterverio (Jan Cornelis Wterwer), “Non tua, Aristoteles, haec est, sed Ulyssis imago: Dissimilis vultus, par tamen ingenium”, suggerendo, nell’identificazione con il filosofo greco, una vicinanza di scopi di ricerca e di metodologie.