L’insegnamento dell’astronomia a Bologna risale alla fine del tredicesimo secolo. Si deve però a Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730) la fondazione di un primo osservatorio privato nel proprio palazzo e poi, nel 1726, di un istituto in grado di ospitare i suoi strumenti, una biblioteca e una torre astronomica. Nonostante le numerose condanne della Chiesa di Roma contro l’astrologia, lo studio bolognese continuò fino al 1799 a obbligare i professori di astronomia e matematica a pubblicare annualmente dei pronostici astrologici, al fine di predire non solo i fenomeni naturali ma anche gli eventi che avrebbero investito la città e le sue famiglie più illustri. Si sviluppò così un vero e proprio genere scientifico, particolarmente longevo, cui si cimentarono personalità illustri dello studio bolognese: primo fra tutti, Domenico da Novara (1454-1504), maestro di Copernico. Anche Girolamo Cardano (1501-1576), allievo di Luca Gaurico (1476-1558), diede particolare importanza all’astrologia e soprattutto ai sogni come strumenti per interpretare e guidare la propria vita, tanto da commissionare all’amico Leone Leoni una medaglia raffigurante, nel verso, la scena di uno dei suoi sogni premonitori. Il più celebre docente di astronomia nella Bologna del XVI sec. fu però Giovanni Antonio Magini (1555-1617), in contrasto con le scoperte astronomiche galileiane del 1610. L’avversione all’astrologia sarà invece totale in Giovanni Domenico Cassini (1625-1712), che si era avvicinato all’astronomia dopo il 1649 grazie all’incontro con l’astronomo genovese Giambattista Baliani (1582-1666), e in Geminiano Montanari (1633-1687), suo amico e discepolo, professore di matematica dal 1664 e seguace della scuola galileiana. Nel 1685 Montanari pubblicò a Venezia L’astrologia convinta di falso col mezzo di nuove esperienze e ragioni fisico-astronomiche con la quale smontava i principi fondanti dell’astrologia accademica.